I fatti accaduti al pronto soccorso di Nola dove i pazienti per mancanza di letti e barelle sono stati messi a terra per essere curati hanno suscitato non poche polemiche. Innanzitutto esprimiamo piena solidarietà nei confronti di tutti quelli operatori medici infermieri e personale ausiliario che hanno gestito tale situazione con grande senso di responsabilità salvando forse tante vite umane. Sarebbe stato più semplice dire che posti letto non ce n’erano mettendo i pazienti in ambulanza alla ricerca di un posto letto come normalmente succede anzichè gravarsi di tanto lavoro. Ma il loro livello di coscienza ha prevalso mettendo al centro della loro professione il paziente e non la burocrazia. Questi fatti ci dimostrano di come la sanità nel nostro paese e allo sfascio. I burocrati e i ragionieri della salute invece di pensare a chiudere ospedali dovrebbero rivedere la situazione; iniziando dal presidente della nostra regione. Infatti proprio in questi giorni il presidente Emiliano ha approvato il nuovo piano di riordino ospedaliero. Ciò significa che saranno chiusi altri ospedali a fronte di nuove mega strutture . Ora la cosa più imminente e nello stesso tempo preoccupante è la chiusura dei punti di primo intervento nei vari comuni a fine anno. Tra questi c’e’anche Gioia. Le ragioni di tale decisione sono dovute al fatto che i PPI che non hanno raggiunto le 6000 prestazioni annue anzichè migliorarli, decidono di chiuderli. Ma questi servizi sono stati messi nelle condizioni di operare rispettando i dovuti criteri? O hanno dato solo un contentino all’ indomani della chiusura degli ospedali compreso il nostro? La storia ci fa pensare che sia andata proprio così altrimenti le cose dovevano andare diversamente Se ciò va in porto casi come quelli di Nola ne avremo anche nella nostra regione. Infatti già ora i pronto soccorsi sono sovraffollati con turni di medici e infermieri che vanno oltre il proprio orario di lavoro. Chi di noi non ha atteso ore prima di avere le prime cure? Alla chiusura dei PPI la situazione certamente peggiorerà creando seri problemi a noi tutti cittadini, considerando che la medicina del territorio a tutt’oggi stenta a decollare. Eppure i vari presidenti della regione (Fitto,Vendola e non ultimo Emiliano) soprattutto nelle campagne elettorali ci dicono che bisogna puntare sulla medicina del territorio ma rimangono solo parole. Già nel numero scorso di Atlante abbiamo evidenziato le varie inefficienze presenti nel nostro territorio. Si possono cambiare i direttori, i presidenti, ma la musica e’ sempre quella. A fronte di ciò amministrazione comunale unitariamente alle forze politiche e sociali concretamente sensibili alle problematiche dei pazienti devono moltiplicare le iniziative per affermare, nei fatti, il diritto alla salute, senza essere presi in giro dal burocrate di turno. A volte bisogna avere il coraggio di andare contro corrente. E’ importante mettere al centro del proprio lavoro quelle che sono le problematiche e le esigenze dei cittadini altrimenti il cambiamento dove?
La sanità di Emiliano simile a quella dei suoi predecessori
"Gli ospedali riconvertiti - prosegue la nota del presidente - erano il frutto di scelte sbagliate del passato che avevano fatto aprire ospedali in molti comuni consentendo il moltiplicarsi inutile dei primari e dei reparti. Gli ospedali piccoli disperdono il personale che così viene sprecato, lasciando l’organico degli ospedali più efficienti senza adeguato rinforzo. Si aggiunga che solo grandi numeri per ricoveri ed interventi fanno l’efficienza di una struttura ospedaliera.
(Gazzetta del mezzogiorno 20 Gennaio 2017)