sabato 27 giugno 2015

sacerdoti non organici alle consuetudini delle burocrazie della religione



ATLANTE  pubblica un articolo di Don Vito Marotta riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno l’11 settembre del 2006.
Un articolo che io non conoscevo, come non ho mai conosciuto la persona. Sono venuto a conoscenza dell’articolo, discutendo casualmente con Luca Marotta (un professionista che, se occupasse una poltrona politica-amministrativa al comune, sarebbe di grande aiuto alla soluzione di problemi della popolazione gioiese) che, in occasione della recente intitolazione di una piazza di Bitritto al fratello, il sacerdote Don Vito Marotta, alla mia domanda: cosa avesse fatto di importante per meritarsi l’intitolazione della piazza, mi ha fornito materiale che mi ha permesso di conoscere un poco il suo pensiero e la sua azione. Ho letto l’articolo e ho apprezzato la semplicità, la chiarezza nello scrivere, l’umanità nel contenuto, l’assenza di moralismo (tipico di coloro, chierici e non, che assolutizzano astrattamente il valore dell’etica nelle questioni sociali), la consapevolezza del ruolo determinante della economia nella vita quotidiana della popolazione, la notevole importanza alle condizioni dei giovani. Per un materialista che non ha pregiudizi di sorta, per un comunista che ha apprezzato l’opera del sindaco La Pira a Firenze (il contrario del ciarlatano che guida oggi il governo nazionale) l’abnegazione di Don Milani, di Don Ciotti, il coraggio di Don Puglisi a Palermo, la lucidità di Don Gallo a Genova e tanti altri che si sono immedesimati concretamente nel riscatto dei poveri, leggere lo scritto di un sacerdote che pubblicamente, con determinazione, chiama rappresentanti istituzionali, responsabili economici a fare gli interessi dei molti e non dei pochi, è stata una piacevole sorpresa. Un giudizio molto positivo sull’operato del sacerdote è venuto anche della popolazione (non bigotta) che l’ha conosciuto. In un circondario come quello nostro in cui i preti e le loro organizzazioni collaterali,dentro e fuori le sacrestie, non sanno fare altro che richiamare i propri seguaci alla “carità” e, quindi alla rassegnazione in terra con la promessa del paradiso quando sei morto, la pratica di Don Vito Marotta (con la sua concezione strategica del mondo non sono assolutamente d’accordo) è un esempio che insegna ai credenti e non a non chinare la testa, non leggere solo il vangelo o la bibbia, a non coltivare la cultura del pettegolezzo, ma ad affrontare e risolvere i problemi quotidiani della persone. Mi sembra che Don Vito Marotta sia più vicino alla pratica di Bergoglio che a quella del papa tedesco e lontano dal polacco. Buona lettura e tanta riflessione         Vito Falcone

                                    
                 

                       «Sindaco, non esiste soltanto Enziteto»
E’sabato...ed anche in questa serata mi ritrovo a passeggiare, da solo, nel mio quartiere per recitarmi il rosario. Avverto dopo tanti anni che sono a Loseto amarezza e sconforto. Sento suonare un gruppo musicale, patrocinato dalla Circoscrizione, con pochissima gente che vi partecipa. Mi chiedo il perché di questa indifferenza. Ammiro la luna e cerco con gli occhi il cielo stellato ma vedo solo enormi palazzi e mi chiedo dov'è la gente? Penso alle loro amarezze, per aver perso il lavoro a 50 anni, per i loro figli che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro. Sembrano delle vere truffe le assunzioni fatte a breve termine per tanti giovani che forse nella loro vita non riusciranno mai ad andare in pensione se non pagandosela tramite assicurazioni dei potenti dell'economia. Anch' io come prete che ama il suo popolo piango e grido come ha fatto il profeta. Vedo la sfilata di tanti giovani che dopo aver ricevuto in consegna le macchine dai loro padri escono dal quartiere in preda alla febbre del sabato sera, per recarsi nei luoghi di divertimento. La mia passeggiata prosegue ora per il borgo antico di Loseto. Raggiungo le prime case del piccolo centro e inizio a respirare l'incontro con la gente che ama sostare all'uscio di casa a godere la frescura della serata. Anche questo piccolo centro vive l'attesa di ritornare a vivere, penalizzato per tanti anni, quando nessuno poteva mettere mani neanche per farsi un bagno più decente perché subito arrivava il controllo dei vigili tecnici, intanto sorgeva di fronte velocemente un quartiere senza i primari servizi È stata la chiesa il primo, e finora unico, polmone per i 5.000 abitanti di un'area edificata negli anni Ottanta, tuttora senza luoghi di aggregazione, con pochi negozi e nemmeno una scuola. Il polo con le classi materne, elementari e medie, attese per il 2001,deve arrivare nel 2007, spiegano a Loseto, ricordando la promessa che il primo cittadino ha fatto davanti all'immagine del patrono San Giorgio. Davanti ai Santi non si fanno promesse che poi non si possono mantenere. Mi auguro che la scuola sorga al più presto a Loseto, altrimenti fra non molto sarà necessario costruire un ospizio. Sinceramente non vedo ancora delle idee chiare da parte degli amministratori, che si sono succeduti in tutti questi anni, sul futuro sviluppo di questa periferia, I tralicci di cui tanto si è parlato in questi anni sono ancora lì come la brutta copia della torre Eiffél. La pulizia delle strade non è fatta bene e il manto stradale non è stato per nulla curato. Nella zona nuova manca la piazza e il mercato come  luogo d'incontro e la gente è costretta a fare la spesa nei grandi ipermercati dove trova anche la città virtuale con la piazza e la fontana artificiale ma in questo modo si favorisce la concentratone della ricchezza solo nelle mani di pochi. Il sindaco, afferma che si stà impegnando a riportare la città nella legalità, ma non basta debellare il contrabbando e il parcheggio abusivo, è necessario aiutare la gente a crearsi nuovi posti di lavoro, Apprezzo l’opera di un politico che  sta aiutando le donne a costruire delle cooperative, ma il Sindaco ha dimenticato la sua campagna elettorale fatta sotto il segno della relazione. Sono felice che si stia impegnando per Enzìteto, ma la città ha tante altre periferie e se lui non riesce deve delegare non i tecnici o i funzionari strapagati ma le competenze di chi lavora politicamente nelle circoscrizioni
Siamo ancora in attesa di poter utilizzare i fondi già stanziati per gli oratori: chiedo ai due consiglieri regionali che li hanno fatti bloccare per difetto di forma di venire a dare del loro tempo nei quartieri periferici a servizio dei giovani. Ti ho chiesto, caro Sindaco, la concessione di un suolo incolto per costruire un centro giovanile: non lasciarci soli, uniamo le forze per trovare magari anche delle sponsorizzazioni per la costruzione. Certamente il primo sponsor potrebbe essere San Nicola, che tanto amava i ragazzi  Si potrebbe decidere di devolvere almeno il 10 % della sua festa alle periferie della città- Sarà certamente il modo più bello per festeggiarlo e considerato che San Nicola ogni anno viene portato in banca perché non farlo uscire con un buon prelievo per finanziare opere per i ragazzi della città?                             Don Vito Marotta
                            (parroco di San Giorgio Martire e del «Salvatore» Loseto}-”

Nessun commento:

Posta un commento