giovedì 29 dicembre 2016

Sanità a Gioia: riteniamo ottimista lo spirito dell’Informativa redatta dall’Amministrazione Comunale

Sul sito del comune è stato pubblicata una informativa dal titolo “L’amministrazione incontra il direttore generale Asl Bari dott. Vito Montanaro”.
Il suo contenuto, ritenendo che la “questione SANITA’” sia di vitale importanza per la collettività e per le masse più deboli in particolare, è doveroso non sottovalutare .
L’informativa è a cura dell’amministrazione comunale e contiene una serie di affermazioni e impegni da parte della direzione della Asl su cui è opportuno fare alcune considerazioni
Nell’informativa, tra l’altro, e riportato che Il Direttore Generale ha confermato per Gioia un finanziamento riveniente da fondi FESR 2014-2020 per il potenziamento del PTA ”. Questa sarebbe una buona notizia, ma l’informativa aggiunge che “Presto, avuto l’ok dalla Regione Puglia per l’utilizzo dei Fondi FESR 2014-20, saranno firmati i protocolli d’intesa e si darà il via al completamento dei lavori”
Perché la direzione attende “l’ok dalla Regione” se esiste già la delibera dell’ASL Bari n°1892 del 5-11-15 che ha reso esecutivo la stanziamento di circa 1 milione di euro per “lavori di adeguamento dell’Edificio polifunzionale -PARADISO-”, perché i lavori non sono iniziati? dove è andato a finire quel finanziamento. Inoltre il nuovo piano ospedaliero prevede la riconversione in PTA (Piano Territoriale di Assistenza) entro il 2017 dei presidi di Trani,Fasano, San Pietro Vernotico, Mesagne, Canosa di Puglia,Terlizzi,Triggiano, ma Gioia del Colle non viene citata.. Secondo un film già visto e in cui l’ospedale “Paradiso” è stato tra i protagonisti, il PTA è la promessa roboante per far ingoiare ai cittadini la chiusura degli ospedali.  Con la chiusura dell’ospedale  “i cittadini potrebbero ottenere addirittura più vantaggi di quanti non ne godano nella attuale situazione.” In  quanto avrebbero “ Unità di degenza territoriale…una Residenza Sanitaria Assistenziale con posti di riabilitazione; una Casa della salute; 6-7 posti di Hospice...la trasformazione dell’attuale Pronto soccorso, in punto di 1° Intervento operante 24 ore su 24...  (gioia democratica del marzo 2011).
Opposta la considerazione di ATLANTE “…Tutto questo (la chiusura dell’Ospedale ndr) comporterà seri problemi alla cittadinanza perché dopo l’ospedale non c’è niente . A tutt’oggi non ci sono ancora alternative sul territorio, non c’è chiarezza da parte dei dirigenti…” (ATLANTE Luglio 2012). Emblematica invece il concetto di riordino della regione Veneto secondo cui “La riforma degli ospedali non sarebbe possibile se non fosse avviata una parallela riforma dei servizi territoriali e della medicina di base” Questo non è stato applicato in Puglia in particolar modo da Vendola e soci
L’informativa continua affermando che“Per quanto riguarda il potenziamento del personale medico e paramedico il Direttore Generale ha già approntato un piano di assunzioni che nei prossimi giorni invierà alla Regione per la definitiva approvazione.Questo è uno slogan che viene enunciato dopo l’ultima stabilizzazione del 2008 (senza concorso) e che si ripete ogni qual volta che si chiede il rispetto del LEA (livelli essenziali di assistenza). Per garantire i quali servono strutture, attrezzature e personale; qualche attrezzature potrebbero arrivare, ma il personale tende a ridursi con il pensionamento, vengono assunti precari in un numero sempre più insufficiente, riducendo nei fatti il LEA
L’informativa prosegue “..A riguardo del PPI è stato confermato che quello di Gioia, insieme a quelli che secondo il DM 70 non raggiungono le 6.000 prestazioni annue, sarà chiuso al 31-12-2017 e sostituito con postazione 118 H24, dotata di un’automedica e di un’ambulanza India o Mike.”
Ambulanza India significa non avere il medico a bordo mentre nell’automedica c’è il medico .Ancora una volta si continua a giocare sulla salute dei cittadini . Infatti il 118H24  e il PPI sono due cose differenti uno non sostituisce l’altro. Il 118  interviene sull’urgenza ed emergenza. Pertanto tutto diventerà urgenza perché i cittadini avranno solo il 118 come riferimento, altrimenti si recheranno presso strutture ospedaliere per avere le dovute cure. L’importante aver illuso  ancora una volta i cittadini: togliamo questo per darti altro poi se funzionerà o meno è relativo .
Infine L’informativa comunica che“A richiesta di attivare la Casa della Salute il Direttore Generale ha detto che occorre mettersi in lista d’attesa, dopo aver acquisito la disponibilità di 7 medici di base. Ci sono già tre o quattro paesi in tale lista, ma il fondo della complessità per tale interventi è esaurito. Bisogna attendere il nuovo contratto dei medici di medicina generale, che prevede la possibilità di attivare concretamente tale attività.” Attualmente la casa della salute è un termine pubblicitario.Da tutti viene menzionata, soprattutto quando si vogliono chiudere gli ospedali, o si vuole fare bella figura richiedendo una struttura in cui c’è tutto quello che serve per risolvere velocemente ed efficacemente le problematiche della salute dei cittadini, una icona immaginaria che può essere richiamata in qualsiasi momento da chi confonde le specificità della varie strutture sanitarie.
In base a queste oggettive, realiste considerazioni, riteniamo ottimista lo spirito dell’Informativa redatta dall’Amministra- zione Comunale. “La politica sanitaria della nostra regione è sempre più distante dagli interessi dei tanti , ma è sempre più vicina agli interessi degli affari e dei grandi baroni della medicina. Il piano di rientro è stato solo un mezzo per arrivare a distruggere la sanità pubblica  infatti si sono tagliati solo i servizi e non gli sprechi.” (ATLANTE novembre 2012). L’esperienza del distratto n° 13 non smentisce quanto affermato da ATLANTE 4 anni fa.
Andiamo avanti per migliorare la SALUTE nella nostra città nella consapevolezza che la SANITA’ non è una opinione, ma competenza e che la vigilanza deve essere costante, appropriata e l’esperienza insegna che ….solo la lotta paga


venerdì 21 ottobre 2016

REFERENDUM La scheda elettorale: una pubblicità ingannevole



Testo del quesito referendario


                                                        
                                                       Di seguito una breve analisi

                                                      Il senato
          Com’è adesso
Art. 57    Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d'Aosta uno. La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Art. 58    I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età. Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno
Art. 59    È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
Art. 60    La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni. La durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra.
          Come sarà
Art. 57   Il Senato della Repubblica è composto da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica. I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a due; ciascuna delle Province autonome di Trento e di Bolzano ne ha due. La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge di cui al sesto comma. Con legge approvata da entrambe le Camere sono regolate le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri e i sindaci, nonché quelle per la loro sostituzione, in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale. I seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio.
Art. 59    È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati.
           Considerazioni
Chi sono i nuovi senatori?
Il Senato sarà composto da 74 Consiglieri regionali + 21 Sindaci + 5 senatori del Presidente + gli ex Presidenti della Repubblica (ha senso?) Tutti coperti dall’immunità parlamentare. La loro indennità sarà pagata dagli enti da cui provengono (Comuni e Consigli Regionali). E i senatori nominati dal Presidente saranno per caso pagati dal Quirinale?
Non è chiaro se e in quale modo saranno eletti i nuovi Senatori, stante la norma costituzionale non chiara;
  I nuovi Senatori saranno a Roma per dopo-lavoro?
  Le leggi elettorali regionali sono tutte diverse, non c’è un problema di legittimazione? E un problema di coordinamento fra elezione e listini bloccati?
Il Senato sarà ridotto a un vero e proprio albergo ad ore con porte girevoli in perenne movimento. Le Regioni e i Comuni si rinnovano in tempi diversi, come si fa ad assicurare una maggioranza solida all’interno del Senato?
Ad oggi, secondo stime fatte da LaRepubblica, il nuovo Senato sarebbe composto da 55 senatori del Partito Democratico (ma potrebbero crescere fino a 60 con la nomina presidenziale di 5 senatori “amici”), e in netta minoranza le altre forze. Ma se domani cambieranno i rapporti di forza o nelle Regioni o nella Camera dei Deputati, cosa succederebbe? Se il PD continuasse ad essere maggioranza al Senato e non più alla Camera in virtù dell’Italicum, il Governo sostenuto alla Camera dei Deputati si troverebbe intralciato dagli esami di legge del Senato, e sulle materie di bicameralismo perfetto (due su tutti: ratifica di Trattati e modifiche costituzionali) si creerebbe una paralisi istituzionale che il nostro Paese non ha mai conosciuto. La governabilità è solo un mito, e le Riforme costituzionali immaginano un Paese dominato esclusivamente dal Partito di maggioranza attuale, senza un’idea compiuta di democrazia.
           Quali funzioni?
Il Senato sarà la camera delle autonomie. Cosa che di per sé non significa niente.  Il Senato sarà pienamente competente per le materie (in tema di autonomie) in cui sopravvive il bicameralismo perfetto. Per il resto sarà un ingombrante orpello, le cui spese vive di gestione (palazzi, uffici, segretariato, ecc.) resteranno tutte in piedi.
                                                              La camera dei deputati
Sarà l’esclusiva titolare del rapporto di fiducia con il Governo; Sarà l’unica Camera politica al mondo, di fatto monocamerale, eletta con un maggioritario spinto come previsto dall’Italicum; Sarà la protagonista del procedimento legislativo, che l’Italicum rischia di ridurre solo a un passaggio formale; Sarà la sola a dichiarare lo stato di guerra a maggioranza assoluta; Sarà la sola a votare leggi di amnistia e indulto;
Il Presidente della Camera prende il posto del Presidente del Senato come seconda carica dello Stato.
Dice Renzi:risparmieremo e taglieremo le poltrone.
Falso. il risparmio sarà solo quello delle indennità parlamentari. Risparmiare 300milioni di euro in un bilancio da 800 miliardi annui è come dimagrire facendosi amputare una gamba. Si premierà inoltre la peggior classe dirigente della storia di questo Paese (i Consiglieri regionali) con l’immunità parlamentare.
Dice Renzi: semplificheremo e velocizzeremo il processo legislativo per fare le cose che servono all’Italia senza chiacchiere.
Falso. Il ddl Boschi prevede 9 iter legislativi diversi, in base alle materie o ai soggetti proponenti. con rischi per la speditezza e qualità delle leggi.
Dice Renzi: due Camere uguali sono inutili.
Falso. Spesso il bicameralismo ha corretto strafalcioni tremendi. Nel disegno costituzionale inoltre, il Senato avrebbe dovuto limare e perfezionare le leggi uscite dalla Camera, che doveva rappresentare l’agone politico più aspro.

                                                      Strumenti di democrazia diretta
Le sottoscrizioni per le leggi di iniziativa popolare passano da 50.000 a 150.000 Con una non meglio identificata legge costituzionale, saranno previste modalità ed effetti di referendum consultivi e propositivi. Il quorum dei referendum abrogativi diventa ballerino: se il referendum sarà stato firmato da 500.000 elettori la consultazione sarà valida con la partecipazione al voto del 50%+1 degli aventi diritto, se il referendum sarà stato firmato da 800.000 elettori il quorum sarà il 50%+1 degli ultimi partecipanti alle elezioni politiche.

                                                                          il governo
Esce in definitiva estremamente rafforzato: il Governo godrà di una pesudoinvestitura popolare con un premio di maggioranza di 340 deputati alla lista che lo appoggerà alle elezioni. Avrà automaticamente la fiducia dell’unico ramo del Parlamento titolato ad accordargliela, cioè la Camera, che sarà del tutto asservita alla volontà governativa. Attraverso alcuni dei 9 iter legislativi esproprierà di fatto il potere legislativo alla Camera dei Deputati. Con la riforma del Titolo V acquisterà competenza su molte materie. La sola differenza con un qualunque sistema presidenziale sarà la mancanza del potere di revoca dell’incarico ai Ministri da parte del Presidente del Consiglio. Per il resto, il combinato disposto di Italicum e Riforma Boschi cambiano, senza dirlo, la forma di Governo di questo Paese: da una democrazia parlamentare a una democrazia autoritaria-plebiscitaria nazionalpopolare.
                       La (ri)riforma del titolo v
Come funzionerà la ripartizione del potere legislativo
Il nuovo art. 117
Cosa resta alle regioni
Spetta alle Regioni la potestà legislativa  in materia di rappresentanza delle minoranze linguistiche; di pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno, di dotazione infrastrutturale; di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, di promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e della formazione professionale; 
Altri aspetti di modifica del titolo v
Abolizione definitiva delle Province e costituzionalizzazione delle associazioni dei Comuni; Previsione all’art. 119 di una legge che introduca indicatori di riferimento di costo e di fabbisogno standard per le funzioni amministrative; I Consigli regionali potranno rivolgere proposte di legge solo alla Camera dei Deputati;Gli emolumenti dei Consiglieri regionali sono parificati a quelli dei Sindaci dei capoluoghi di Regione; Per lo scioglimento dei Consigli Regionali occorrerà il parere obbligatorio del Senato.

                                  La nuova legge elettorale Italicum per sommi capi

Legge elettorale proporzionale con un premio di maggioranza di 340 seggi (54%) alla lista che raggiunge il 40% al primo turno. Se nessuna lista raggiunge il 40%, si fa luogo a ballottaggio fra le due liste più votate: il capo di un partito contro il capo dell’altro partito. Come in un qualunque sistema presidenziale;
Soglia di sbarramento al 3%;
100 collegi in cui saranno presentate liste corte: il capolista sarà bloccato (ossia sarà il primo degli eletti), gli altri potranno essere oggetto di voto di preferenza. Ci si potrà candidare in 10 collegi diversi.
Quali conseguenze dell’italicum?
L’Italicum introduce ...un sistema fortemente presidenziale che esautora ed indebolisce il Parlamento: il solo gruppo di maggioranza, in cui 100 deputati su 340 saranno eletti in posizione bloccata, avrà parlamentari eletti anche con le preferenze. Il lusso della scelta è solo per chi vince!
Le opposizioni saranno numerose grazie alla bassissima soglia del 3%: tante minoranze in perenne lotta fra di loro per emergere, mentre il partito di maggioranza farà il bello e il cattivo tempo;
Il meccanismo del ballottaggio e del premio trasformano una maggioranza virtuale nel Paese in una maggioranza parlamentare, e aprono a scenari inediti per cui una minoranza può arrivare a vincere cumulando su di sé i voti degli altri senza nessun progetto politico di base. La governabilità è un mito: senza alcun incentivo alla formazione di coalizioni, la litigiosità storica delle coalizioni si trasferirà dentro l’unica lista alla quale tutti chiederanno ospitalità, incentivando il trasformismo e snaturando la funzione di comunità politica dei partiti.  La logica è una: la vittoria di uno solo, di uno one-man show a discapito delle Istituzioni. Si trasforma il Parlamento in un superConsiglio comunale.

(Stralci tratti da contributi pervenuti dal comitato per il NO di Bari)




domenica 2 ottobre 2016

referendum del 4 dicembre difendere la Costituzione minacciata dalla riforma Renzi-Boschi-Verdini.



Mentre Renzi, sventola in televisione il furbo quesito referendario nel quale sono indicate solo le misure che portano consenso (come l'abolizione del Cnel), il ministro Maria Elena Boschi approfitti del suo ruolo per andare a spiegare le ragioni del Sì alle comunità di italiani all'estero
“Dopo Napoli e Parma, Torino: un’altra grande città italiana si schiera contro le deformazioni della Costituzione volute dal governo e approvate da un parlamento eletto con una legge elettorale giudicata incostituzionale dalla Consulta. Ieri, infatti, il consiglio comunale del capoluogo piemontese ha approvato non uno bensì due ordini del giorno critici sulla legge Renzi-Boschi.
Il primo..approvato con 23 voti a favore (M5S, Torino in comune), 8 contrari (PD, Lista civica, Lista Morano) e 2 astenuti (Lega Nord e Lista Rosso) segnala come «l’obiettivo della stabilità del paese e dell’efficienza dei processi decisionali in ambito parlamentare» non può «produrre un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica, sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente». Il documento, in particolare, è critico nei riguardi del rafforzamento dell’esecutivo a scapito dell’assemblea legislativa, della “clausola di supremazia statale” che limita l’autonomia legislativa delle Regioni, dell’innalzamento del quorum di firme per le leggi d’iniziativa popolare, dell’abolizione del senato elettivo e, per quanto riguarda la legge elettorale italicum, del premio di maggioranza. L’ordine del giorno sottolinea anche come il referendum del 2006 avesse già respinto «uno speculare tentativo di modifica dell’architrave costituzionale, a favore del superamento del bicameralismo perfetto e di un rafforzamento dell’esecutivo». Il consiglio comunale, quindi, «esprime forte preoccupazione verso una spinta accentratrice dei poteri» a favore di esecutivo e maggioranza parlamentare, con il conseguente «serio rischio di una compressione della democrazia e del pluralismo» e si impegna a promuovere l’informazione sul referendum sul territorio.
Il secondo ordine del giorno..è stato approvato con 26 voti a favore (M5S, Torino in comune, sindaca Appendino) 1 astenuto (Lista Rosso) e 9 contrari (PD, Lista civica, Lista Morano, Forza Italia) ed esprime preoccupazione «per il prevedibile squilibrio determinato tra l’autonomia delle assemblee legislative ed il potere ipotizzato in favore del governo».
L’ordine del giorno ritiene inoltre necessario che la Città concorra alla massima informazione sul referendum, ospitando per propria iniziativa incontri dei comitati referendari aperti alla cittadinanza”. www.libertaegiustizia.it/

Renzi tradisce i valori (sulla carta) del Pd
Il Manifesto dei valori di del PD (16/2/2008) dice a proposito della nostra Costituzione:
"
La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercé della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo   le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale.   La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme  condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948."

La cultura: tra conoscenza e marketing


Il libro di presentazione del programma per il XV anno accademico 2016-17 da parte della “UNIVERSITÀ DELLA III ETÀ E DEL TEMPO LIBERO” si apre e si chiude con due frasi-concetto che riguardano specificatamente la cultura. Si apre con una frase di Antonio Gramsci “Cultura non e` possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma e` la capacita` che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di se e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.” E si chiude con una frase di Henry Brougham tratta dal Discorso alla Camera Dei Comuni del 1828 "La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitù". Sono 2 pensieri vitali per poter vivere una vita libera e dignitosa. Aver messo l’accento su questi concetti rende merito ai responsabili dell’Università, alla loro qualità operativa che viene positivamente evidenziata da un numero sempre più elevato di iscrizioni. Questo aumento non è casuale, esso corrisponde al desiderio di conoscenza da parte di vasti strati della popolazione, Conoscenza che è possibile trovare, nelle debite proporzioni, nei vari corsi che L’UNIVERSITA’ promuove e organizza. E’ veritiero pensare che c’è sete di conoscenza, c’è voglia di elevare il proprio grado culturale nella società.  Una voglia di conoscenza che difficilmente potrà essere soddisfatta dall’attività culturale dell’amministrazione comunale. Infatti “È volontà di quest’amministrazione avviare azioni di marketing territoriale che mettano in risalto tutti i beni culturali ed ambientali del nostro territorio” è scritto nella delibera di giunta con oggetto "CENNI D'ESTATE" MANIFESTAZIONI ESTIVE. “Nr. Progr. 16 del 26/07/2016 
Il marketing può essere sintetizzato in questo concetto: “Il marketing comprende quindi tutte le azioni aziendali riferibili al mercato destinate al piazzamento di prodotti o servizi, considerando come finalità il maggiore profitto e come causalità la possibilità di avere prodotti capaci di realizzare tale operazione finanziaria.” (molte sono le definizioni ma tutte recano il rapporto stretto azienda-profitto). Il “marketing” per sua natura non porta “conoscenza”, ma consumi legati al profitto aziendale. Nel programma elettorale dell’amministrazione è scritto:”Uno dei punti cardine del programma sulle Culture è il recupero e la valorizzazione delle radici artistiche, storiche e naturali della nostra città:” Un concetto condivisibile, ma se viene realizzato secondo la attuale logica dell’ UNIVERITA’ aumenterà lo spirito culturale della società, se invece continuerà la logica della delibera “estiva” prevarranno consumismo e passeggiate.

E’ utile per meglio comprendere il concetto di Conoscenza come elevamento culturale, la lettura di un articolo si Gramsci sull’argomento.
“Ricordiamo due brani: uno di un romantico tedesco, il Novalis (vissuto dal 1772 al 1801) che dice: «Il supremo problema della cultura è di impadronirsi del proprio io trascendentale, di essere nello stesso tempo l'io del proprio io. Perciò sorprende poco la mancanza di senso ed intelligenza completa degli altri. Senza una perfetta comprensione di noi, non si potranno veramente conoscere gli altri».
L'altro, che riassumiamo, di G. B. Vico. Il Vico (nel 1° Corollario intorno al parlare per caratteri poetici delle prime nazioni nella Scienza nuova) dà una interpretazione politica del famoso detto di Solone, che poi Socrate fece suo quanto alla filosofia: «Conosci te stesso», sostenendo che Solone volle con quel detto ammonire i plebei, che credevano se stessi d'origine bestiale e i nobili di divina origine, a riflettere su se stessi per riconoscersi d'ugual natura umana co' nobili, e per conseguenza a pretendere di essere con quelli uguagliati in civil diritto. E pone poi in questa coscienza dell'uguaglianza umana tra plebei e nobili, la base e la ragione storica del sorgere delle repubbliche democratiche nell'antichità.
Non abbiamo cosí a vanvera accostato i due frammenti. In essi ci pare siano adombrati, se non diffusamente espressi e definiti, i limiti e i principi sui quali deve fondarsi una giusta comprensione del concetto di cultura anche in rapporto al socialismo.
Bisogna disabituarsi e smettere di concepire la cultura come sapere enciclopedico, in cui l'uomo non è visto se non sotto forma di recipiente da empire e stivare di dati empirici; di fatti bruti e sconnessi che egli poi dovrà casellare nel suo cervello come nelle colonne di un dizionario per poter poi in ogni occasione rispondere ai vari stimoli del mondo esterno. Questa forma di cultura è veramente dannosa specialmente per il proletariato. Serve solo a creare degli spostati, della gente che crede di essere superiore al resto dell'umanità perché ha ammassato nella memoria una certa quantità di dati e di date, che snocciola ad ogni occasione per farne quasi una barriera fra sé e gli altri. Serve a creare quel certo intellettualismo bolso e incolore, cosí bene fustigato a sangue da Romain Rolland, che ha partorito tutta una caterva di presuntuosi e di vaneggiatori, piú deleteri per la vita sociale di quanto siano i microbi della tubercolosi o della sifilide per la bellezza e la sanità fisica dei corpi. Lo studentucolo che sa un po' di latino e di storia, l'avvocatuzzo che è riuscito a strappare uno straccetto di laurea alla svogliatezza e al lasciar passare dei professori crederanno di essere diversi e superiori anche al miglior operaio specializzato che adempie nella vita ad un compito ben preciso e indispensabile e che nella sua attività vale cento volte di piú di quanto gli altri valgano nella loro. Ma questa non è cultura, è pedanteria, non è intelligenza, ma intelletto, e contro di essa ben a ragione si reagisce.
La cultura è una cosa ben diversa. È organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri. Ma tutto ciò non può avvenire per evoluzione spontanea, per azioni e reazioni indipendenti dalla propria volontà, come avviene nella natura vegetale e animale in cui ogni singolo si seleziona e specifica i propri organi inconsciamente, per legge fatale delle cose. L'uomo è soprattutto spirito, cioè creazione storica, e non natura. Non si spiegherebbe altrimenti il perché, essendo sempre esistiti sfruttati e sfruttatori, creatori di ricchezza e consumatori egoistici di essa, non si sia ancora realizzato il socialismo.” (Socialismo e cultura)


trasformazione del servizio di trasporto urbano in circolare Gioia-Putignano (ospedale)


                        Al sindaco di Gioia del Colle

Oggetto:
trasformazione del servizio di trasporto urbano in circolare  Gioia-Putignano (ospedale)

Il gruppo ATLANTE , (vico Gelso n°32-Falcone Vito residente in Gioia del Colle in via De Curtis n° 10  telef. 3291526581,)

chiede

che l’amministrazione comunale si faccia carico della costituzione di un servizio pubblico che colleghi Gioia del Colle con Putignano; finalizzato al trasporto di pazienti e utenti in generale che si recano all’Ospedale di Putignano, o che, dalla zona si recano al distretto sanitario di Gioia del Colle.
Dopo la chiusura dell’Ospedale di Gioia del Colle, l’ospedale pubblico di riferimento per la Asl è quello di Putignano, dove vengono inviati i pazienti e dove lavorano vari addetti al servizio sanitario trasferiti dal sito di Gioia.
Molte persone hanno grosse difficoltà a recarsi presso questi luoghi di cura per mancanza di un mezzo pubblico.
Il servizio più opportuno sarebbe quello di una circolare simile, nella funzione, a quella che porta  i cittadini al Miulli: un servizio usato e apprezzato da chi ne ha avuto bisogno.
Riteniamo, a proposito dei  “Costi” che tale servizio potrebbe essere finanziato anche con i contributi del servizio urbano locale. Quest’ultimo potrebbe essere annullato in quanto è scarsamente utilizzato dai cittadini.
Sarebbe possibile, quindi, finanziare una sperimentale circolare Gioia-Noci-Putignano, favorendo gli interessati in un trasporto pubblico, dignitoso, in sicurezza

Distinti saluti

Gioia del Colle 22-09-2016
                                                                                           Vito Falcone



Chiediamo alle forze politiche, 
alle forze sociali,
Ai consiglieri sensibili a queste esigenze, 
ai cittadini in generale
di sostenere con decisione e impegno questa richiesta all’amministrazione comunale e regionale. 
La carenza di questo trasporto pubblico crea grosse difficoltà ai pazienti e ai loro parenti