A proposito dei licenziamenti all’Ansaldo CaldaiE
OVVERO STORIA DI UNA PRIVATIZZAZIONE PRETESA DALLA
“SINISTRA” USATA DA FINAZIERI, SOPPORTATA, LORO MALGRADO, DAI LAVORATORI
Incominciamo dalla fine, dall’oggi dai...
LICENZIAMENTI
Il 22-1-2015 la direzione
di Ansaldo Caldaie ha comunicato alle
organizzazioni previste dalla legge l’avvio della
“procedura
per il licenziamento collettivo di n. 197 dipendenti...per cessazione
dell'attività dell'unità produttiva sita in
Gioia del Colle”….in quanto il “mercato di Ansaldo Caldaie è oggi quasi
esclusivamente centrato su Paesi extra europei.
Dal 2008 al 2013 il fatturato di Ansaldo
Caldaie sì è progressivamente ridotto da 250 milioni di Euro a 88
milioni di euro nel 2013. Gli ordini
acquisiti si sono ridotti da 340 Milioni di euro nel 2008 a 58 Milioni di Euro
nel 2013, questa situazione ha
costretto la società alla fruizione di contratti di solidarietà per la sede di Gallarate e cassa integrazione ordinaria
per l'unità produttiva di Gioia del Colle. La forte contrazione è
dovuta alla crisi mondiale e alla competizione con aziende a livello globale che producono in paesi "Low
Cost". Di fronte a questa
situazione nel 2014 la Società si è vista costretta a rivedere la propria politica di offerta che è stata allineata ai prezzi
di mercato generando una conseguente drastica riduzione dei margini tale
da rendere insostenibile la situazione attuale ove non si considerassero drastici interventi. L'analisi effettuata anche con consulenti esterni
ha evidenziato come il costo di produzione
dello stabilimento di Gioia del Colle è la causa determinante della perdita di
competitività dei Boiler Ansaldo; tale forte
penalizzazione impedisce anche di effettuare ulteriori offerte in Paesi
dove operano competitor che producono localmente. Il costo medio orario
dell'unità produttiva di Gioia del Colle, che si occupa esclusivamente della fabbricazione di boiler, ed è destinata
esclusivamente a quello scopo, è di 38 Euro senza ammortamenti e costi
di leasing, contro un costo di 10 Euro in Paesi "Low Cost". In questo scenario la sopravvivenza della Società,
in prospettiva, richiede una diversa strategia produttiva basata sul
principio della "fabless" (un inglesismo per dire “senza
fabbrica” n.d.r.) e pertanto con data 10 aprile 2015 l'unità produttiva di Gioia Del Colle terminerà la propria attività
produttiva per garantire la
continuità delle altre attività italiane dì sviluppo tecnico, project
management e assistenza al processo commerciale.”
Gli impegni presi
il 26 aprile 2001
Con
questa comunicazione la direzione di Ansaldo Caldaie viene meno agli impegni
presi il 26 aprile 2001, presso il
Ministero dell'Industria quando si era :
“impegnata ad attuare il programma di
interventi ed adeguati investimenti nell'unita' produttiva di Gioia del Colle, ” attraverso
“-
II potenziamento della struttura commerciale e di vendita.
-
La costituzione, entro il 2001, di nuove unità di business "Service
Caldaie" e "Global Service",
- La creazione di una unità su banchina portuale in
territorio pugliese per l'assemblaggio delle caldaie sia di Ansaldo
Caldaie S.p.A. che di Macchi S.p.A.. con una previsione di nuova occupazione a regime di
circa trenta unità..
- Nuove attività' produttive basate su tecnologia di
supporto all'attività principale. ..
- Interventi finalizzati a favorire la nascita e lo
sviluppo sul territorio di un indotto qualificato, avvalendosi del supporto, anche
finanziario, degli Organismi e delle Istituzioni preposte...
un programma di ristrutturazione e riorganizzazione
aziendale al fine di migliorarne la competitività la
produttività, l'efficienza
e qualità', di razionalizzare le attività' produttive nonché' un programma di formazione e
riqualificazione delle risorse umane;” il tutto “finalizzati al consolidamento, al rilancio, allo sviluppo delle attività' produttive
del sito di Gioia del Colle attraverso anche, la valorizzazione delle risorse
umane e professionali con
l'attribuzione di nuove funzioni e competenze”.
In quell’incontro si ufficializzava “la costituzione dell'alleanza tra
Ansaldo Energia e Sofinter,..con l'ingresso di quest'ultima nella compagine azionaria di
Termosud, ora Ansaldo Caldaie,”
avente “come obiettivo il forte
rilancio della Società' anche tramite un recupero di competitività al fine
di consolidarne e, in prospettiva, svilupparne la presenza nel business delle caldaie a livello
mondiale; che Ansaldo Energia e Sofinter
hanno convenuto di portare l'assetto azionario di Ansaldo Caldaie, nei
tempi tecnici necessari, al 50% ciascuna;”
Chi ERA TERMOSUD
“TERMOSUD
Spa è una società per azioni di diritto italiano che opera nel settore della
costruzione e della commercializzazione di centrali termiche, generatori di
vapore, apparecchiature ed attrezzature in genere, sia per singoli elementi che
per complessi resi in opera. Attualmente l’attività principale consiste nella
progettazione, produzione, vendita e messa in opera di caldaie a recupero di
grandi dimensioni a valle di turbine a gas (di potenza compresa tra 70 MW a 300
MW) e di generatori di vapore funzionanti a gas ed olio. TERMOSUD è controllata
per la totalità del capitale sociale da ANSALDO ENERGIA Spa e quest’ultima è
controllata a sua volta per il 100% del capitale sociale da FINMECCANICA. Il
fatturato realizzato, interamente in Italia, da TERMOSUD, che non controlla
alcuna società, nel 1999 è stato di 74,8 miliardi di lire, di cui 70 nel
mercato delle caldaie a recupero a valle di turbine a gas.”
Chi è Sofinter?
Nel
2001
“SOFINTER
Spa ..è una holding di partecipazioni il cui oggetto sociale prevede, tra
l’altro, l’acquisto, la vendita e la gestione di beni mobili ed immobili. Il
92,732% di SOFINTER è detenuto,
direttamente o indirettamente, dalla società ACQUARIO Srl.., il cui 68,725% del
capitale sociale è a sua volta detenuto da una persona fisica. SOFINTER detiene
il 50,1% del capitale sociale della società MACCHI Spa, operante
prevalentemente nel settore della progettazione, produzione e posa in opera di
caldaie industriali e, in misura minore, di caldaie a recupero a valle di
inceneritori. Il fatturato consolidato complessivo del gruppo SOFINTER è stato
nel 1999 di 127 miliardi di lire, di cui 54 miliardi per vendite in Italia e 3
miliardi per vendite in altri paesi dell’Unione Europea. Il fatturato
realizzato nel 1999 da MACCHI è stato di circa 65,9 miliardi di lire, di cui
8,9 miliardi in Italia e 3,2 miliardi negli altri paesi dell’Unione Europea.
Nel 1999 la produzione della MACCHI di caldaie a recupero a valle di
inceneritori è stata di circa 13 miliardi di lire, tutti realizzati al di fuori
dell’Unione Europea.”
In
data 9-1-2001 L'AUTORITA' GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO autorizza “l’acquisizione, da
parte di SOFINTER, del 60% del capitale sociale di TERMOSUD. Contestualmente,
SOFINTER ha concordato con il venditore ANSALDO un’opzione put-call per il
residuo 40% della società TERMOSUD, operativa due anni dopo la compravendita
del 60% di TERMOSUD, da esercitarsi entro i due anni successivi.” -
Sofinter
una società finanziaria indebitata cerca
soldi cedendo quote azionarie
Nel
2002
in Sofinter entra con una
quota del 14,3% COFIRI Invest Bv , che è
una società finanziaria di diritto olandese, con sede ad Amsterdam, che svolge
prevalentemente attività di assunzione di partecipazioni, concessione di
finanziamenti, rilascio di garanzie e tutte le attività che risultano connesse
o collegate. COFIRI è interamente controllata da COFIRI Spa, il cui oggetto
sociale è costituito dall’esercizio, sia in Italia che all’estero,
dell’attività finanziaria in genere. Nel 2000 COFIRI Spa ha realizzato, a
livello mondiale, un fatturato complessivo di circa 223 miliardi di euro, di
cui circa 900 milioni di euro nell’UE e circa 750 milioni di euro in Italia.(l'autorita'
garante della concorrenza e del mercato nella sua adunanza del 21 marzo 2002
provvedimento n. 10567 ( c5132 ) cofiri invest/sofinter;)
Riepilogando:
Nel
2003 Sofinter acquista il 100% di
Ansaldo Caldaie, ma solo dopo 5 anni è già costretta all'ingresso di nuovi
soci. Soprattutto per far fronte all'enorme situazione debitoria.
Il
7 agosto 2008, L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO, diede il via
libera all’ingresso in SOFINTER di Gammon India Ltd.
Gammon
India Ltd. è una società di diritto
indiano a capo di un gruppo attivo nei settori della progettazione ed esecuzione
di opere di civil engineering. Gammon non è sottoposta al controllo di alcuna
persona giuridica o fisica.
Nel
2007 il Gruppo Gammon ha realizzato a
livello mondiale un fatturato consolidato pari a circa 359,3 milioni di euro.
All’epoca
Sofinter è soggetta al controllo esclusivo di Acquario S.r.l., che ne detiene
il 60,42% del capitale sociale, a sua volta controllata da una persona fisica.
Nel
2007 Sofinter ha realizzato a livello
mondiale un fatturato consolidato pari a circa 253,1 milioni di euro.
La
descrizione dell’operazione da parte dell’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO
Era
la seguente:
“Gammon,
da un lato, e alcuni soci di Sofinter, dall’altro, rappresentanti in totale
l’88,17% del capitale sociale, cioè Acquario, JP Morgan Italian Fund III,
Private Equity Partners S.p.A. e Terza Iniziativa S.r.l. (di seguito,
“azionisti di maggioranza”), hanno concluso un Investment Agreement, che
delinea un’operazione di private equity volta ad assicurare l’aumento del
capitale sociale di Sofinter (di seguito, “l’operazione”), finanziato
interamente da Gammon.
A
valle dell’operazione, Gammon deterrà il 50% del nuovo capitale sociale di
Sofinter e tale quota sarà costituita da azioni ordinarie con diritto di voto,
mentre la restante parte rimarrà agli attuali soci, con percentuali diluite
rispetto a quelle correnti, pur restando prevalente la quota in capo ad
Acquario, che sarà pari al 30,21%.
Sempre
a valle dell’operazione sarà stipulato un patto parasociale con cui
verranno regolati i rapporti tra Gammon ed Acquario. Tale patto
parasociale riconoscerà ad Acquario dei diritti “speciali” sulle decisioni
essenziali per determinare gli indirizzi strategici dell’attività di Sofinter
e delle sue controllate.
Ad
esempio, per quanto concerne la composizione del Consiglio di Amministrazione
(formato da 6 membri), il patto parasociale prevederà che 3
amministratori saranno nominati da Gammon e gli altri 3 da Acquario.
Sarà, inoltre, previsto un diritto di veto in favore di Acquario su alcune
decisioni strategiche di Sofinter e delle sue controllate, come ad esempio (i)
quelle attinenti all’approvazione del business plan e del bilancio annuale,
oppure (ii) quelle attinenti a modifiche della tipologia di attività del gruppo
Sofinter, in ciò includendovi, inter alia, l’avvio di attività non collegate
all’oggetto sociale.”
10
Settembre 2008 – Sul sito
thehindubusinessline.com, venne data la notizia che Gammon
India aveva acquistato il 50% del capitale di Sofinter: “Gammon
buys 50% stake in Italian co Sofinter”. Inoltre,
nell’articolo era riportata l’affermazione di Mr Parvej Umrigar, Managing
Director di Gammon Infrastructure Projects Ltd, che l'acquisizione del 50% di
Sofinter era avvenuta per € 50.000.000 (“Mr Parvej Umrigar,
Managing Director, Gammon Infrastructure Projects Ltd, told Business Line that
the Sofinter acquisition was for €50 million”).
In
precedenza, all'inizio del 2008, Gammon aveva acquistato il 50% delle azioni di
Sadelmi d'Italia per € 7.500.000 e il produttore di turbine a vapore Franco
Tosi Meccanica per € 40.000.000.
Nel
2009 Sofinter è fortemente indebitata
e conclude l'accordo per la ristrutturazione del debito. Sempre nel 2009 si
registra l'interessamento di un miliardario Austriaco, che era interessato
perché Sofinter era piena di debiti, come riportato da “Il Corriere della Sera”
il 27 luglio 2009 nell’articolo “UN TYCOON AUSTRIACO SULLE CALDAIE ITALIANE” .
30
NOVEMBRE 2011 - Sofinter:
entra socio Bt Global
B.T.
Global Investors Ltd. è una società di diritto cipriota recentemente
costituita, partecipata pariteticamente da Metro Eleven Hotel LLC e Birla Power
Solutions Ltd., società che attualmente operano su mercati geografici al di
fuori del territorio dell’Unione Europea. Metro, società di diritto
statunitense, è attiva nel settore immobiliare; Birla, società costituita
secondo la legge dello Stato Indiano, opera nella produzione di impianti di
generazione di energia, di motori multifunzione, di batterie, nonché nel
settore della generazione di energia da fonte eolica.
La
sorte dei lavoratori di Ansaldo Caldaie dipende dai finanzieri indiani. Questi,
conseguentemente, decidono, di tenersi la progettazione di Ansaldo Caldaie,
(Gallarate), chiudere Gioia del Colle, (alti costi), affidare alle vaste
praterie del loro impero il luogo dove produrre in base alla logica della
massima schiavizzazione delle masse operaie.
È
verosimile lo “stupore” per la decisione dei licenziamenti? Non sono questi gli effetti. prevedibili, di
un’azione di politica economica che affida tutto al mercato e al privato le
sorti delle masse lavoratrici del paese?, cioè affida al profitto degli
azionisti la vita delle masse popolari? E tale azione è tanto più perdente
quanto più si consegna a dei finanzieri la sorte di siti produttivi e di alta
specializzazione. I finanzieri affidano prevalentemente alla finanza lo
strumento dei loro profitti non ai mezzi di produzione. Contro queste
prospettive i lavoratori erano sempre stati vigilanti
Le lotte dei lavoratori Termosud
per il lavoro
Il
10 dicembre del 1993 il cdf indiceva una manifestazione cittadina contro “i
tentativi di smantellamento della industria cittadina per l’occupazione, il
lavoro, la diversificazione produttiva, lo sviluppo della ricerca compatibile
con l’ambiente” ecc
contro la cassa integrazione e il ridimensionamento aziendale
a
febbraio del 1999 nella lotta contro
la richiesta di cassa integrazione di 150 lavoratori per 13 settimane, si
denunciava un depotenziamento della Termosud
“
che fine hanno fatto gli impegni. precedentemente assunti, che dovevano portare
ad una maggiore valorizzazione di questa azienda con il potenziamento
dell’ingegneria, approvvigionamenti e non ultimo commerciale e service? Che
progetti ha l’Ansaldo sulle prospettive del “centro ricerche sulla
combustione”, ubicato in Termosud, che è uno dei primi al mondo?” chiedevano i
rappresentanti dei lavoratori iniziando “una fase vertenziale sulle politiche
industriali con l’Ansaldo”
Nel
giugno del 1998 rsu e sindaci del territorio circostante l’azienda
sollecitavano “il governo nazionale a compiere scelte precise in materie di
politica energetica, condizione essenziale per garantire al gruppo Ansaldo e
quindi anche alla Termosud la piena e totale competitività sul mercato”
In
una interrogazione parlamentare del 1998 il senatore Fusillo chiedeva chiarezza sulla “volontà del governo
circa i processi che si intendono percorrere per la privatizzazione e
l’internazionalizzazione del gruppo Ansaldo...e un piano di ristrutturazione
che prevede tagli occupazionali per 3000 posti di lavoro” La nota sulla privatizzazione
del senatore Fusillo non era campata in aria, Prodi, prima capo dell’IRI e poi
dei governi di “centrosinistra” era stato il protagonista principale insieme ad
Amato e Ciampi dello smantellamento e relative privatizzazioni delle aziende di
stato. “Per entrare in Europa” sostenevano, E cosi è avvenuto per
l’Ansaldo e per la Termosud nel periodo 1999-2001
Finmeccanica
(gruppo a cui faceva parte Ansaldo e
quindi Termosud) nel bilancio consolidato 1999 dichiarava che “Sono state
avviate trattative con due primarie case leaders mondiali nel settore delle
caldaie per costituire una joint-venture tra una di queste e la Società
Termosud S.p.A. controllata al 100% dall’Ansaldo Energia S.p.A.. Scopo di
questa iniziativa è quello di costituire un forte legame tecnologico e
commerciale in un’area di business, dove la riduzione strutturale della domanda
causata dallo sviluppo delle turbine a gas, spinge in direzione di una forte
concentrazione.
Propedeutica
a tale operazione è l’integrazione nella Termosud S.p.A. di tutte le attività
relative al segmento delle caldaie inclusive delle competenze per la
progettazione, l’ingegneria, la vendita, il montaggio e l’avviamento. A tale
scopo, è in corso di attuazione la cessione del ramo d’Azienda dell’unità
caldaie di Legnano dall’Ansaldo Energia S.p.A. alla Termosud.”
Accesi
sostenitori di questa scelta erano i governanti nazionali con i loro reggicoda
annidati a livello locale e nelle alte sfere del sindacato. I lavoratori
prevedendo un difficilissimo futuro dalla privatizzazione avevano lottato con
determinazione (manifestazioni anche a Roma) contro le decisioni aziendali.
Nell’accordo sindacale siglato ad aprile riuscirono a strappare il 50% ciascuno
tra Ansaldo e la nuova entrata Sofinter. nella proprietà di Ansaldo Caldaie.
In
realtà ci fù un inganno da parte di Ansaldo Energia e Sofinter, in quanto già
erano state legalmente sottoscritte tra Ansaldo Energia e Sofinter le
partecipazioni rispettve al 40% e 60% con la clausola del 100% di Sofinter
entro i 2 anni. Certamente (e non con il senno di poi) i lavoratori non
avrebbero dato il consenso ad un accordo che privatizzava l’azienda.
La
Nuova Proprietà non era solida dal punto di vista economico, finanziario e
patrimoniale. Era ed è risultata una finanziaria in cerca di profitti facili,
che non ha mantenuto gli impegni sottoscritti ad aprile del 2001, non ha
effettuato investimenti in ricerca, sviluppo innovazione, per migliorare la
produzione e diversificarla. Ha ridotto l’occupazione da 506 dipendenti al momento
dell’acquisizione a 197 al momento dei licenziamenti. Ha alternato momenti in
cui c’era molto lavoro, e sono state chiamate ditte per fare i lavori, a
momenti in cui è stata chiesta la cassa integrazione come nella fase attuale. Le parole programmazione, efficienza,
organizzazione non erano presenti nell’organizzazione del sito di Gioia di
Ansaldo Caldaie.
I
lavoratori dell’Ansaldo Caldaie ci hanno rimesso sia in posti di lavoro che in
retribuzioni (non sono stati loro corrisposti diritti acquisiti dalla vecchia
proprietà come premi di produzione,
anzianità di azienda ecc.)
I
lavoratori in generale e quelli di Ansaldo Caldaie in particolare devono fare
una riflessione profonda sul periodo “Sofinter” . Devono acquisire la coscienza
di produttori e non di semplici salariati alla giornata. I posti di lavoro non
si difendono soltanto con “una lotta” ma con la vigilanza continua che abbina
l’azione politica intelligente con le lotte efficaci. Le attuali iniziative,
per avere una efficacia durevole devono coinvolgere altri siti produttivi e
accumunarli in una lotta per la rivendicazione di un piano energetico nazionale
che dia la certezza alle aziende di un lavoro programmato, continuativo,
duraturo. Dal punto di vista sindacale la Fiom deve farsi protagonista di
questa lotta mettendo insieme le aziende e i lavoratori del settore. Dal punto
di vista politico i governanti e le forze politiche che li sostengono .
PD-Renzi-FI-Berlusconi in testa sono la controparte non i governanti da
sostenere. Per dirla con Antonio Gramsci che ha dato la vita per i lavoratori “gli
operai o uniscono la loro forza direttamente conto il capitale o devono
prepararsi ed un periodo più iniquo di quello precedente”
I LICENZIAMENTI DEVONO
ESSERE RITIRATI
TUTTI I LAVORATORI DEVONO ESSRE TUTELATI
ANCHE COLORO CHE LAVORANO NELLE DITTE
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