Tutte
le portaerei mediatiche sparano ad alzo zero contro la Russia
Riassumiamo: Soldati
occidentali, in parte NATO, in parte mercenari, son chiusi nella sacca di
Debaltsevo. S'intercede presso Putin. Poi arriva Minsk. E ora? [Giulietto
Chiesa]
Redazione
lunedì 23 febbraio 2015
15:09
di Giulietto Chiesa.
Riassumiamo
le ultime vicende della crisi est-ovest. All'improvviso Merkel e Hollande
partono per Kiev-Mosca e riallacciano il negoziato con Putin, fino a poche ore
prima respinto come nemico assoluto. Lo fanno senza avvertire Obama. Perché? La
situazione sul campo, politicamente, economicamente, militarmente,è divenuta
insostenibile per l'Europa. L'esercito di Kiev è annientato. Soldati
occidentali, in parte NATO, in parte mercenari, sono chiusi nella sacca di
Debaltsevo. S'intercede presso Putin, affinché convinca a fermarsi la
resistenza del Donbass e eviti il massacro.
Il negoziato riprende a
Minsk e si arriva a un cessate il fuoco.
La Merkel vola a Washington, dove l'aspettano per metterla sotto accusa. Gli USA vogliono riarmare Kiev e lanciarla di nuovo all'offensiva. Ma Kiev non ha uomini cui affidare nuove armi. E Merkel non vuole mettersi da sola sulla graticola. La divisione tra Germania-Francia (con dietro molti altri europei occidentali) e gli Stati Uniti è evidente. Ma l'Europa è divisa anche al suo interno: Polonia, e tre repubbliche baltiche spingono per il riarmo. La Nato vuole entrare in campo. Ma come? L'Ucraina non è Nato (non ancora). E la bellicosa Albione è anch'essa divisa, tra prudenza e avventura.
Queste le premesse. Gli
effetti sono in corso. E' una specie di tempesta mediatica che investe, da
giorni, tutto il mainstream occidentale. Seguendo i consigli dell'ex
comandante Nato in Europa, Wesley Clark, si ri-preparano, anzi si rinfrescano,
le pulsioni belliche - purtroppo appisolate - delle opinioni pubbliche
occidentali.
Si alzano in volo i jet
della Royal Air Force per intercettare i bombardieri russi al largo di
Cornovaglia (The Independent). Hanno violato lo spazio aereo britannico?
Non sembra, ma sono "entrati nell'area di interesse" di Londra.
Allarme!
La BBC, la più
inquieta, ripete all'infinito che "la guerra d'ombre della Russia sta
mettendo a prova la pazienza e la prontezza della NATO". Lo scrive il Toronto
Star. Da Washington annunciano l'arrivo di 12 A-10 Thunderbolt, insieme a
300 aviatori, nella base USA di Spangdhalem . Sono specializzati nella
"caccia ai carri armati russi". Resteranno in zona per almeno sei
mesi.
Il Wall Street Journal
scopre che "altre truppe russe", insieme a nuove armi, stanno
entrando in Ucraina, mentre la tregua "collassa" e "centinaia di
soldati di Kiev stanno morendo". Il New York Times racconta che la
ritirata da Debaltsevo delle truppe di Kiev "porta l'eco del caos della
guerra nella città". Appena un attimo di silenzio ed ecco ripartire la BBC:
"la Russia vuole distruggere gli accordi di Minsk".
Che fare? Non c'è tregua. Il
Parlamento britannico denuncia i "catastrofici errori" dell'Europa,
di fronte all'"evidente tentativo di ridisegnare i confini europei da
parte della Russia" (Reuters).
L'Associated
Press, per non restare indietro,
informa che l'Unione Europea si appresta a mandare carri blindati per
"monitorare la tregua", insieme a satelliti specializzati
nell'osservazione del territorio.
Lo chiede Poroshenko e tutti
i media occidentali appoggiano. Il Times va oltre: "bisogna
riportare in azione i Panzer per incoraggiare la NATO", altrimenti si
demoralizza.
Poi si alza il coro dei
baltici, fino ad ora poco citati. Comincia l'ex premier lettone Dambrowsky: la
minaccia russa incombe sul Baltico. E la BBC non ha dubbio sul fatto che
"esiste un pericolo reale e presente di destabilizzazione degli stati
baltici di Lettonia, Lituania e Estonia". Lo dice il segretario alla
Difesa Britannico Michael Fallon. L'Independent è sicuro che gli
abitanti dei paesi sul Baltico sono convinti che tra poco toccherà a loro. Come
farà Putin? Sobillando alla rivolta, come ha fatto in Ucraina, le minoranze
russe che abitano quei paesi.
L'editoriale del Wall
Street Journal, descrive un Putin onnipotente che marcia calpestando la
Merkel, Hollande e anche Obama. Del quale tutti parlano male comunque, tra
l'altro per "non avere capito" il ritorno di fiamma di Putin. Al
Jazeera descrive sconsolatamente "il fine di partita della Nato in
Ucraina". Spegnere la luce, per favore. Mentre Wesley Clark e l'ex
segretario della Nato, Anders Fog Rassmussen accendono tutte le micce a loro
disposizione. Il secondo dice di vedere all'orizzonte "una nuova guerra
ibrida" costruita dalla Russia contro l'Europa. Wesley Clark individua
"una manovra russa non diversa da quella che Hitler usò per avviare
l'attacco contro la Polonia nella seconda guerra mondiale".
Unica notizia in
controtendenza un violento attacco dello Spiegel contro Victoria Nuland,
quella del "fuck EU", la vice ministra degli esteri di Obama, che
distribuiva caramelle ai nazisti in Euromaidan. Forse è la Merkel che, per un
anno abbondante, era andata anche lei a Kiev per applaudire i futuri golpisti,
consigliata da Victoria e da Obama. Adesso ha capito- tardi - e, forse, si
vendica. Tutti gli altri battono la grancassa dei riarmo di Kiev e della
demonizzazione della Russia e di Putin. A occhio e croce possiamo dire di avere
già assistito a questo circo. La qualità è scadente: non ci sono argomenti, non
ci sono prove. Non c'è niente. Ma la quantità è imponente. Centinaia di
articoli, di reportages, ripetono tutti la stessa cosa: Putin è l'aggressore;
bisogna fargli mangiare la terra.
Angela Merkel e Hollande
sembra che non siano d'accordo.
Ma la questione è: quanto a
lungo potranno sfidare l'isteria bellicista dei cori della Nato? E quanto
dovranno aspettare prima di vedersi scatenare un attentato sotto il naso,
magari proprio nel Baltico?
Hollande ha già dato. A chi
tocca adesso?
Machip.globalist
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