venerdì 27 febbraio 2015

uno strumento da riconquistare



Breve cronistoria della scala mobile (da salario e modelli contrattuali lavoro società – cgil di lodi).
1945
Contingenza – Nel corso del 1945, con tappe alterne, si arriva al riconoscimento di una indennità di contingenza per le aziende del Nord (chiamata così perché era espressamente considerata una erogazione “contingente” e non ripetibile a fronte di una particolare fase di aumento dei prezzi). La cosa si rese possibile anche con l’avallo di Confindustria (che la considerava, appunto, una “contingenza” temporale), sia per contenere il vasto movimento di lotta (estesosi appunto nelle aziende del Nord) contro il vertiginoso aumento dei prezzi che aveva caratterizzato l’immediato dopoguerra, sia per non compromettere il precedente modello contrattuale sul quale rischiavano allora di scaricarsi tutte le tensioni e le richieste salariali. Apparsa per la prima volta (23 giugno 44) per i soli lavoratori della provincia di Milano, viene estesa con accordo del 6 dicembre 1945 a tutto il Nord Italia. Ma già, subito dopo l’accordo del dicembre 45, in alcune grandi aziende del Nord si conquistò (a livello aziendale) che questa indennità di “contingenza” venisse considerata un meccanismo non provvisorio ma stabile di adeguamento delle retribuzioni.
1946
Contingenza - Nel 1946 (accordo del 23 maggio), il proseguimento delle lotte contro l’aumento dei prezzi, portò Confindustria ad accettare l’estensione a livello nazionale degli accordi ottenuti nelle aziende del Nord. La “contingenza perse così il suo carattere di provvisorietà mantenendo però le differenze sul valore del punto per le diverse zone geografiche (16 valori punto a seconda dei territori) e le differenze merceologiche, per sesso e per età, riproponendo così le stesse differenziazioni presenti nelle tabelle salariali orarie ancora ordinata per territori (gabbie salariali)
1949
Per accordo confederale il sistema della contingenza viene abolito (perché troppo oneroso e non sopportabile dalle aziende impegnate nella ricostruzione). Dopo una stasi di due anni, caratterizzati in particolar modo da una specie di “guerriglia” di rincorsa salariale, a livello territoriale ed aziendale, il sistema venne riattivato con l’accordo del 21 marzo 1951.
1951
Contingenza - Nel 1951 il nuovo accordo interconfederale prevede l’unificazione su scala nazionale del calcolo dell’indice del costo della vita. Per le regioni del centro sud viene però riconosciuto un valore punto inferiore del 20%, secondo la considerazione che al Nord il costo della vita fosse più alto della media nazionale. Si introducono inoltre, accanto a quelle per sesso e per età, differenze anche per livello di inquadramento, il che, vista l’espansione dei livelli di inquadramento introdotta col sistema dei mansionari produce una ulteriore esplosione delle differenziazioni salariali.
1957
Contingenza – Il calcolo della variazione del valore della contingenza passa da rivelazione bimestrale a trimestrale – Rimangono ma si riducono le differenze tra Nord e Centro Sud.
1969
Contingenza – Nel marzo del 1969 si firma l’accordo interconfederale che conquista l’unificazione nazionale delle norme e delle leggi che regolano il mercato del lavoro. Con l’abolizione delle gabbie salariali si aboliscono anche le differenze geografiche del valore del punto di contingenza, mentre le differenze per sesso saranno superate nel 1970 e quelle per età nel 1971. Le differenze per qualifica e quelle derivanti dalla classe di grandezza delle aziende saranno abolite con l’accordo del gennaio 1975.
1975
Contingenza – nel gennaio si arriva finalmente all’accordo che sancisce la cancellazione delle differenze per livello professionale. Il punto è uguale per tutti.
1977
Contingenza – Nel gennaio del 1977 un ennesimo accordo interconfederale, poi trasformato in legge dello Stato, elimina dal calcolo per l’indennità di liquidazione la contingenza che sarebbe maturata a partire dal febbraio 1977. Nel marzo del 1977 nella determinazione dell’aumento del costo della vita non si terrà conto degli aumenti delle tariffeDal gennaio 1980, infine, la contingenza non verrà più calcolata (per gli impiegati) sugli scatti di anzianità.
1983
L’accordo “Scotti” sul costo del lavoro - Già Il 1982 è caratterizzato da pesanti attacchi di Governo e Confindustria alla scala mobile (accusata di generare inflazione) e da richieste di apertura di tavoli per “accordi quadro” di riduzione del costo del lavoro. E’ così che si arriva a gennaio 1983 all’accordo Scotti. Con quell’accordo vengono ridotte le voci del paniere per il calcolo del costo della vita e si concorda la riduzione del 10% del valore del punto di contingenza. La copertura della scala mobile scende così dal 73% al 63%. L’accordo “Scotti” durerà poco o niente. La stessa Confindustria lo disdice solo dopo pochi mesi riaprendo un confronto che porta il 14 febbraio 1984 all’accordo di “S. Valentino” di rallentamento sostanziale del meccanismo di scala mobile e di ogni forma di automatismo salariale. La Cgil si opporrà a quell’accordo arrivando anche a promuovere un referendum per la sua abrogazione, senza purtroppo esito positivo.
1984
Contingenza – Con il Decreto Legge del 14/2/1984 e la successiva legge del 12 Giugno 1894 n° 219 si stabilisce che i punti di variazione dell’indennità di contingenza non possono essere più di 2 alla scadenza del 1° febbraio e non più di 2 a quella del 1° maggio. Come si vede si è trattato del primo e vero intervento legislativo di predeterminazione salariale.
1985
Contingenza – A fronte della disdetta della scala mobile da parte di Confindustria si arriva ad un accordo interconfederale, poi trasformato in legge, che riforma il sistema di indicizzazione dei salari, portandolo a cadenza semestrale e riducendo le fasce di retribuzione sottoposte a tutela. Con questo meccanismo si è di fatto operata una diversificazione per livello (o categoria) degli aumenti di contingenza, poiché la parte di retribuzione da mantenere sotto tutela della scala mobile differiva da livello a livello. La copertura della scala mobile scende dal 63% al 50%.
1986
Si arriva infine all’accordo interconfederale del 1986 che riconferma l’impegno a uniformare la contrattazione salariale entro vincoli stabiliti, impone coerenze concettualmente forti agli obiettivi di flessibilità e produttività, modifica ulteriormente la scala mobile nelle parti relative alla composizione del paniere, introduce aperture sulla possibilità per le aziende di ricorrere più di prima a forme di lavoro precario (tempo determinato, contratti formazione).
1990- 1992
Contingenza – nel 1990 Confindustria procede ad una nuova disdetta della scala mobile. A fronte della disdetta confindustriale, il Governo prorogherà per decreto gli effetti della scala mobile solo fino al 31/12/91 per dare modo alle parti di trovare un accordo. Seguiranno mesi di estrema confusione risolti nel Luglio del 1992 dall’accordo Amato-Trentin sulla definitiva eliminazione della scala mobile. L’accordo del 31 luglio 1992 non si limitava a sancire la definitiva abolizione della scala mobile, ma bloccava (sia pure temporaneamente) la contrattazione aziendale. Cadevano così ben due dei tre “pilastri” su cui si reggeva la contrattazione sindacale

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